Survival Underground

[-Quokka-] Viktor Wulff

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view post Posted on 25/9/2015, 17:30
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Viktor Wulff
Vik

190x90 ◄► Occhi Azzurri ◄► Capelli Biondi ◄► Caucasico ◄► 33 anni



PROVENIENZA


Data di nascita: 24/11/2000
Luogo di nascita: Toronto, Ontario, Canada
Luogo di provenienza: Altoona
Professione precedente: Taglialegna

Stato civile:celibe
Stazione di residenza: --
Professione attuale: --

ASPETTO CARATTERIALE


Ero solo un ragazzino prima che il mondo andasse a rotoli e sono cresciuto troppo in fretta ma con abbastanza determinazione in corpo da poter abbattere una sequoia a colpi d'ascia.

STATUS FISICO


Costituzione: normale
Gruppo Sanguigno: A+
Stato Clinico:
► Asma
Fobie: nessuna

Segni Particolari
► Cicatrice lato sx mento
► Varie cicatrici sul corpo





CONOSCENZE


► Armi da taglio di grosse dimensioni (ascia, machete, motosega)
► Spiccato senso dell'orientamento in superficie
► Conoscenze meccaniche

INCOMPETENZE


► Conoscenza ed utilizzo di Armi da fuoco
► Mira scarsa
► Scarse conoscenze mediche

OSTILITA' ED ANOMALIE CONOSCIUTE


Tetri; Alati; Pony; Tempesta di fulmini; Pioggia Nera

EQUIPAGGIAMENTO


Abbigliamento pesante composto da maglione di pile, pantaloni di pile e tuta anti vento. Scarponi da neve, giubbotto impermeabile, zaino, borraccia, contatore geiger, walkie talkie, torcia a batterie, respiratore, filtri.

ARSENALE


►Machete
►Ascia
►Coltello da combattimento



BACKGROUND



Sono nato e cresciuto a Toronto, in Canada. Mio padre gestiva una vecchia segheria e ci occupavamo di disboscamento, taglio e lavorazione di tavole di legno che le grosse aziende edilizie acquistavano per la produzione di cottage ed appartamenti. Quando alla TV dissero che i terroristi avevano annunciato l'avvento della nuova "Era" e la fine di tutte le cose, avevo circa sedici anni. Ricordo che il fratello di mia madre, John, ci chiamò da Seattle per chiederci come stessimo pensando di affrontare la situazione. Erano settimane che circolavano voci sulla possibilità che qualcuno stesse programmando un nuovo 11 Settembre, ci si chiedeva fino a dove si sarebbero spinti stavolta i "cattivi" dall'altra parte dell'oceano. C'era paura negli occhi della gente nonostante una vera e propria allerta fu emanata a soli sei giorni dall'attacco effettivo. Perfino il governo doveva avere dubitato della sincerità delle minacce.

Ricordo che io e mio fratello Bill vivemmo tutto come un gioco, la nostra era un'avventura, i miei cominciarono a fare provviste esattamente dopo la chiamata di zio John. fu lui a suggerire di rintanarci su, in montagna, alla Miniera. Caricammo il camper e partimmo per quello che agli occhi di me e mio fratello non era altro che l'ennesimo campeggio sperduti tra i laghi del Quebec.

Invece quell'estate si rivelò ben diversa da come ce l'aspettavamo. Quando scoppiarono le bombe riuscimmo ad intravedere l'aria che si incendiava all'orizzonte; la terra tremò e poi calò il silenzio. Avevamo abbastanza risorse per restare alle Miniere un mese ma il cielo divenne cupo, l'aria irrespirabile e l'attesa si prolungò per sessantaquattro giorni.

Quando le risorse si esaurirono definitivamente ed in maniera irrimediabile, fummo costretti ad abbandonare le miniere per spingerci di nuovo a sud. Le comunicazioni si erano interrotte, non avevamo notizie di ciò che fosse realmente accaduto o come stessero andando le cose, confidavamo che qualcuno sarebbe arrivato a prestare soccorso ma non accadde.

Fu in quel periodo che mi ammalai si asma. Respirai a lungo l'aria corrotta dal pulviscolo ed i miei polmoni ne risentirono, ma fui tra i pochi fortunati a non ammalarmi di una malattia peggiore. Persi mia mamma due anni dopo gli eventi a causa di un cancro che nessun ospedale avrebbe potuto curare.

Raggiunta la città di Ottawa trascorremmo lì circa tre anni, rintanati nelle fogne come i topi. Ci nutrimmo di conserve tanto a lungo che perfino i ratti divennero un alimento prelibato ma bisognava prestare attenzione alle radiazioni che irradiavano svariate zone, e fortunatamente quasi nessuna nei dintorni di Ottawa. Bisognava comunque essere attenti ai cambiamenti del vento, alla pioggia nera che corrodeva tutto ciò su cui si posava.

Presto le risorse si esaurirono anche ad Ottawa e circolavano voci che fuori dai tunnel del sistema fognario fossero arrivati gli abomini che si nutrivano di carne umana. Le voci si rivelarono presto più reali di quanto sembrassero fantasiose. Le creature si insinuarono nei condotti costringendoci alla fuga repentina. Erano creature informi, assetate di sangue e carne che tempo dopo essere tornati a Toronto ed aver trovato rifugio nei tunnel della rete metropolitana, mi portarono via mio fratello e mio padre. Avevo ventiquattro anni quando li persi entrambi.

Trascorsi a Toronto altri cinque anni della mia vita. C'erano altri superstiti, molti dei quali avevano accumulato scorte ed armi sufficienti a garantire un minimo di protezione e sopravvivenza. Fu organizzata una resistenza, uscivamo dai condotti molto di rado, per rifornire le scorte, vivendo nascosti come conigli, difendendo la pelle, fino a quando non bastammo a difenderci l'un l'altro da noi stessi. L'idea che gli esseri provenienti dalla superficie si nutrissero di persone cominciò a radicarsi nella mente di alcuni che cominciarono a considerare l'idea di fare altrettanto.

Quelli di noi con ancora una coscienza lasciarono la città ed il riparo dei condotti con la speranza di raggiungere una delle maggiori città Americane: New York, Philadelphia, Washington, mossi dalla speranza di trovare altri sopravvissuti o condizioni migliori di sopravvivenza. Partimmo in 30 e lungo il percorso gli abomini ne ammazzarono 6, il freddo se ne portò via 8, la fame 3. Il nostro itinerario subì delle deviazioni forzate che ci condussero a cercare un rifugio in condizioni estreme. Finimmo per trovare riparo e risorse all'interno di un vecchio bunker a West Seneca, fortuitamente rintracciati dai sopravvissuti del posto coi quali condividemmo ben due anni di assidua collaborazione.

Quando le cose cominciarono a mettersi male anche lì, di comune accordo optammo tutti per metterci in viaggio. Circolavano voci che a Washington esistesse un presidio di sopravvissuti bene organizzati. Le frequenze via radio erano perennemente disturbate e le comunicazioni erano rese impossibili oltre che dai fattori climatici, anche dalle condizioni dell'aria ancora irrespirabile, eppure nella eco di alcune frequenze riuscivamo a recepire delle voci che promettevano speranza. La speranza fu l'unica a tenerci in vita ma sebbene molti di noi confidavano nell'ideale di una Washington sicura, molti altri scelsero di proseguire in direzioni differenti, mossi da altro genere di fede.

Sullo scorcio di quella che sarebbe dovuta essere la primavera del 2033, partimmo in 6 da West Seneca, diretti a Washington DC ma alle porte di Altoona mi ritrovai da solo. Avevo perso il resto del gruppo attraversando ciò che era rimasto della Foresta della Pennsylvania. Le "Cose" che la popolavano non ebbero pietà. Sapevo che sarebbe toccato anche a me, prima o poi, ma con ostinazione proseguii stremato, finchè l'ultimo ricordo cosciente fu il rostro lucido di una spalaneve in mezzo al torbido buio della tormenta.






Prestavolto: Kivanç Tatlitug

Gruppo di partenza: Medical Center - Gallerie

ROLE ATTIVE


Medical Center INSIDE OUT
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ROLE CONCLUSE


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Viktor Wullf
Vik


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Edited by -Quokka- - 15/10/2015, 16:11
 
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