PROVENIENZA
Data di nascita: 02/02/1998
Luogo di nascita: Monterìa, Colombia
Luogo di provenienza: San Francisco
Professione precedente: Cuoca
Stato civile:coniugata
Stazione di residenza:East Fall Church
Professione attuale:Barista/cameriera Distilleria East Fall Church
ASPETTO CARATTERIALE
E' orgogliosa e diffidente, cosa che fa a pugni con le circostanze della vita che l'hanno sempre messa nella posizione di non potersi permettere di lasciar prevalere l'orgoglio. Ha problemi a sottostare all'autorità altrui ma è leale se si sente parte di qualcosa, vendicativa se la propria fiducia viene tradita.. Le è capitato di fare cose brutte ma mai gratuitamente, mente se necessario ed è abbastanza abile nel farlo. E' gelosa, schietta, curiosa e dispettosa, oltre che manesca. E' senza dubbio infantile per molti aspetti, retaggio di un'adolescenza mai vissuta davvero.
STATUS FISICO
Costituzione: normale
Gruppo Sanguigno: A-
Stato Clinico: Soffre di Insonnia
Fobie:►Clinofobia (causa dell'insonnia)
Segni Particolari► Tatuaggi: G sopra l'inguine, lato dx, cobra spalla dx, frase sul costato lato sx, più bracciale attorno all'avambraccio dx.
► Piercing al sopracciglio.
► Piccole cicatrici sparse su schiena e gambe
CONOSCENZE
► Furtivo
► Cucina
► Armi da taglio
INCOMPETENZE
► Lotta
► Diplomazia (non è abile nel trattare)
► Tecnologia (totalmente incapace)
OSTILITA' ED ANOMALIE CONOSCIUTE
Alato; Eco degli spettri;
EQUIPAGGIAMENTO
Giacca di pelle, col logo di un club di motociclisti della California; zippo con incisione; borsa tracolla, indumenti pesanti.
ARSENALE
► Coltello a serramanico
BACKGROUND
"Io, in tutta sincerità, non me lo ricordo perché sono ancora viva. Quando è scattato in me l'istinto di sopravvivenza. Gli istinti sono innati, dopotutto. La prima volta devo averlo sentito quando mio padre si slegava la cintura e io e mio fratello cercavamo di nasconderci. Forse è stato quando ho provato a reagire e le ho prese il doppio. E' così ingannevole quest'istinto che già nel suo nome viene espressa la sua fondamentale contraddizione. Sei vivo si, ma non vivi. Sopravvivi. Non ha niente a che fare con la dignità. Non riesci a essere lucido quando hai la morte davanti, anche se sei stremato dalla vita è difficile vederla come una liberazione. Eppure quando è morto mio padre mi sarebbe sembrata un sollievo se non fosse che assieme a lui si era trascinato anche la donna che amavo e che mi aveva messa al mondo. Io e Gabrièl ci siamo attaccati all'istinto di sopravvivenza anche quando papà è stato sostituito dal suo stesso assassino, quando pur di sopravvivere abbiamo chinato la testa davanti al Don di turno. E poi ancora e ancora, fino a quando ho finalmente capito che vivere è una faccenda tutta diversa rispetto all'essere vivi. Fino a quando non ci siamo ribellati insieme a quella tortura fatta di crimini, violenza e abusi. “Traditori”, “infami”, è così che ci chiamavano quelli della Famiglia. "Informatori" invece era il termine che utilizzava la polizia. Peccato che polizia e criminali, in Colombia, spesso coincidessero. Ed è grazie a questa coincidenza che, un giorno, sono morta anche io. Non è successo quando da sola ho superato il confine, quando la fame era troppa e i soldi troppo pochi. Neanche quando mi nascondevo, rubavo, o facevo lavori umilianti. E' stato prima, quando mio fratello non è arrivato a casa. Quando non mi hanno lasciato neanche la cortesia di piangere sul suo cadavere. Ho pensato tante volte di farla finita in quei giorni, mossa da una rabbia che non riusciva a essere contenuta in quella vasta terra delle opportunità chiamata America. San Francisco prima, la Speranza, Washington dopo, l'inferno.
Ho pensato di farla finita quando sola non potevo contare su niente a parte i ricordi. Poi il mondo è cambiato. Non ero più povera, perché i soldi non avevano più valore. Non ero più una clandestina, perché i confini non esistevano più. Quando sono finita in quella metropolitana, mossa fin li sempre da quell'innato istinto di restare viva, ero come tutti gli altri. No non lo ero in realtà, io ero di più.
Io sapevo sopravvivere, l'avevo sempre fatto. Non fa paura la fine del mondo quando si è già morti. Quando coi mostri ci convivi da sempre. Insomma, non me lo ricordo davvero perché, alla fine, sono ancora viva, e sono qui, in questa stazione. So che ho fatto molto per restarlo. Ho fatto cose che non mi onorano dettate solo da questo fantomatico istinto di sopravvivenza, dopotutto colui che è affamato non ha scelta. Il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, ma viene dalla fame.
E io è dalla fame che vengo."
-Si è sposata a San Francisco, con un membro della criminalità latina con la quale si era inevitabilmente invischiata, non si é mai capito se sia stato per amore o solo per ottenere la cittadinanza. E' scappata a Washington quando le cose si sono messe male.
LA VITA SOTTOTERRA
Nella Metro si è legata principalmente e per facilità linguistica a latinoamericani, ha mantenuto un certo rancore verso i Colombiani ed ha imparato a convivere con i militari, non senza difficoltà. Le rimane comunque una certa diffidenza di base.
Ha sempre tentato di badare a sè stessa, spingendosi talvolta al limite pur di guadagnarsi il pane, non disdegnando piccole missioni di contrabbando, lavori come messaggero e rigattiere, spesso di cose rubate. Ha trovato una certa stabilità alla Distilleria.
Ha incubi ricorrenti e dorme molto poco, giurerebbe di aver visto suo fratello tra la gente, ma ha legato l'evento anche all'anomalia eco degli spettri alla quale le è capitato di assistere.